Il Lavatoio di “Usuonu”

Il Lavatoio di “Usuonu”

Prima della costruzione della Statale “Orientale Sarda” la principale via di collegamento tra Baunei e i paesi della pianura era rappresentata dalla ripida carrareccia che staccandosi dalla Via Roma, allora la strada più importante del paese, nella parte bassa del centro abitato, raggiungeva la piana di àrdali (minuscolo centro abitato oggi frazione di Triei, ma all’epoca ancora frazione baunese). Fino alla metà dell’Ottocento questa, più che una strada, era una semplice mulattiera che solo nel 1862 fu resa percorribile dai carri a buoi. Così l’Angius descriveva i disagi legati alla mancanza di vere e proprie strade: “Scorre a due miglia dal paese il fiume Palmaèra, che nell’inverno per le continuate pioggie ricevute dai monti, onde move, ingrossa a segno, che spesso per lunghi mesi vieta ogni comunicazione col restante della provincia, e paralizza il piccol commercio, che si fa con Tortolì”.

Si racconta che durante i lavori di sistemazione della carrareccia per àrdali zampillò una sorgente d’acqua, non lontano dal centro abitato, e che in quel punto fu costruita una fontana. Qualche anno dopo, nel 1888, un sindaco, tale Diego Collu, fece edificare intorno alla sorgente una fonte monumentale, da adibire a lavatoio comunale. Il sindaco Collu si dimostrò deciso a portare avanti il progetto, e non si arrese neppure quando andò deserta la prima gara d’appalto per l’assegnazione dei lavori. Questo lavatoio, la cui costruzione costò 3000 lire dell’epoca, secondo alcuni cominciò ad essere chiamato con il nome di “funtana de usu onu” (“fontana per uso buono”). Stando a questa interpretazione, si sarebbe iniziato così a parlare di “Lavatoio di Usuonu”, e il nome “Usuonu” sarebbe diventato anche il nome della zona intorno alla fontana. Altri ritengono il toponimo “Usuonu/Osuonu” preesistente alla costruzione della fontana, dato che l’Angius, nel 1834, elencando le fonti del paese cita quella di “Osùno”: “quella di cui servesi la popolazione, trovasi alla distanza d’un quarto d’ora dal paese nel luogo appellato Osùno, è di molta bontà, e comparirebbe anche più abbondante, se si impedisse il suo disperdimento”. L’edificio del lavatoio, di pregevole fattura, è caratterizzato da tre ampi archi a tutto sesto, che permettono di accedere ad un ampio ambiente interno nel quale si trovano le vasche. Anche a Baunei, come nel resto dell’Isola, prima della diffusione dei detersivi chimici, le donne lavavano il bucato utilizzando un detersivo di origine naturale, la “lisciva” (“sa lissìa”, in sardo): una soluzione liquida che si otteneva dalla bollitura di cenere finemente setacciata.

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